biography

BIO

Paola Michela Mineo – Between identity and matter, the art that connects

Paola is a contemporary visual artist who explores the connections between identity and matter through a unique and innovative sculptural language. Trained in architecture at the Politecnico di Milano and in Athens, her artistic practice is characterised by her ability to capture fragments of life in dynamic and empathic works that involve the viewer on an emotional and sensory level, which is why she is defined as a relational artist.

One of the distinctive elements of her research is the reinterpretation of the cast from life. Far from being a simple tool for copying, for Paola the human cast becomes a narrative medium with an autonomous value, capable of telling stories and fragments of identity. Her production ranges from performance art to photography, sculpture and installation, with a common thread of creating meaningful connections between artist, subject and audience. Each work is thus transformed into a relational device that invites the viewer to live the artistic experience in the first person.

Social commitment is an integral part of her creative journey. Paola has realised projects that address complex and often invisible issues. In 2011, she worked in Lampedusa on a project dedicated to immigration, celebrating the local community’s welcome. The following year she created ‘Impronte Sfiorate’, a project born out of her experience at the Prison a Custodia Attenuata per Madri (I.C.A.M.), where female inmates became co-protagonists of artistic performances reflecting on the theme of motherhood in prison. After two years of work, the work was exhibited at Spazio Oberdan in Milan, helping to raise public awareness of this delicate reality.

Her works have been exhibited in small but important Italian cultural spaces, including the Basilica of San Lorenzo in Florence, the Museo degli Ipogei in Trinitapoli, the Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori, the Museo e Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC) in Rome, the Fondazione Marco Mantovani in Milan and the IULM University for the ‘IULM Open Air’ project, where he exhibited alongside the sculptor Helidon Xhixha. Her solo exhibition in Spazio Oberdan was the biggest for now and performances are now beginning to take on a European character.

In 2016, Paola co-founded Performance Art TV with Francesca Fini, a live streaming platform dedicated to performance art, expanding the dialogue between art and audience through new media.

Currently, her research focuses on degenerative diseases, conducting performance workshops in schools, museums and institutes, with the aim of exploring the therapeutic and relational potential of art. Her artistic practice continues to grow and enrich, consolidating her role as a bridge between contemporary art and social engagement.

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Paola Michela Mineo – Tra identità e materia, l’arte che connette

Paola è un’artista visiva contemporanea che esplora le connessioni tra identità e materia attraverso un linguaggio scultoreo unico e innovativo. Con una formazione in Architettura al Politecnico di Milano e ad Atene, la sua pratica artistica si distingue per la capacità di catturare frammenti di vita in opere dinamiche ed empatiche che coinvolgono l’osservatore a livello emotivo e sensoriale, per questo a tutti gli effetti è stata definita un’artista relazionale.

Uno degli elementi distintivi della sua ricerca è la reinterpretazione del calco dal vero. Lontano dall’essere un mero strumento di copia, il calco umano diventa per Paola un mezzo narrativo con un valore autonomo, capace di raccontare storie e frammenti di identità. La sua produzione spazia tra performance art, fotografia, scultura e installazioni, mantenendo come filo conduttore la creazione di connessioni significative tra artista, soggetto e pubblico. Ogni opera si trasforma così in un dispositivo relazionale che invita l’osservatore a vivere l’esperienza artistica in prima persona.

L’impegno sociale è una componente essenziale del suo percorso creativo. Paola ha realizzato progetti che affrontano tematiche complesse e spesso invisibili. Nel 2011, ha lavorato a Lampedusa su un progetto dedicato all’immigrazione, celebrando l’accoglienza della comunità locale con un monumento itinerante. L’anno successivo, ha dato vita a “Impronte Sfiorate”, un progetto nato dall’esperienza nell’Istituto a Custodia Attenuata per Madri (I.C.A.M.), dove le detenute sono diventate co-protagoniste di performance artistiche, riflettendo sul tema della maternità in carcere. Dopo due anni di lavoro, l’opera è stata esposta allo Spazio Oberdan di Milano, contribuendo a sensibilizzare il pubblico su questa delicata realtà.

Le sue opere sono state esposte in piccoli ma importanti spazi culturali italiani, tra cui la Basilica di San Lorenzo a Firenze, il Museo degli Ipogei di Trinitapoli, il Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori, il Museo e Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC) a Roma, la Fondazione Marco Mantovani a Milano e l’Università IULM per il progetto “IULM Open Air”, dove ha esposto accanto allo scultore Helidon Xhixha. Le sue performance invece cominciano ad avere un carattere Europeo.

Nel 2016, Paola ha co-fondato “Performance Art tv”, una piattaforma di live streaming dedicata alla performance art, ampliando il dialogo tra arte e pubblico attraverso nuovi media.

Attualmente, la sua ricerca si concentra sul tema delle malattie degenerative, conducendo workshop performativi in scuole, musei e istituti, con l’obiettivo di esplorare il potenziale terapeutico e relazionale dell’arte. La sua pratica artistica continua a crescere e ad arricchirsi, consolidando il suo ruolo come ponte tra arte contemporanea e impegno sociale.